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L’editore MARIO CIANCIO SANFILIPPO ha comunicato al CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE uscente della società EDISUD, editrice de _LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO_, di volerla mettere in LIQUIDAZIONE.
La notizia, riportata in prima pagina sul più antico quotidiano del Sud Italia, è resa nota dal COMITATO DI REDAZIONE. È la “nuova puntata – spiega il cdr de La Gazzetta del Mezzogiorno –
nella restituzione della Edisud Spa, editrice della Gazzetta, a Mario Ciancio Sanfilippo”, dopo “la decisione del TRIBUNALE DI CATANIA di prorogare il cda dimissionario per far eseguire
all’editore le nomine”, ma “a seguito delle dimissioni del Consiglio” e “senza che la FAMIGLIA CIANCIO avesse nominato i nuovi organi”. “VERGOGNA”, scrive il cdr. Sanfilippo, si legge nel
comunicato, è il “COMANDANTE CHE ABBANDONA LA NAVE”: lunedì, “a sorpresa”, ha “dichiarato al cda uscente la volontà di porre in liquidazione la società” di cui “ha tenacemente chiesto la
restituzione al Tribunale di Catania, evidentemente con l’unico scopo di riabilitare – legittimamente – la sua immagine dopo le IMPUTAZIONI per presunto CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE
MAFIOSA, in un processo ancora in corso”. “Ci eravamo illusi – prosegue il comitato di redazione – che diciotto mesi di BATTAGLIE LEGALI lo avessero motivato”, per questo “noi lavoratori
della Gazzetta (giornalisti, poligrafici e quasi tutti gli amministrativi) abbiamo accettato PESANTI SACRIFICI”, anche dopo i TAGLI subiti in “tutti gli anni della gestione Ciancio”, con “un
IMPEGNO PROFESSIONALE sempre crescente”. “Ora serve NUOVA LUCE per capire come si siano inspiegabilmente deteriorati i BILANCI degli ultimi anni”, prosegue il comitato di redazione.
“Abbiamo il dovere di dirlo ai nostri Lettori e a tutti i protagonisti sociali e istituzionali di PUGLIA e Basilicata”, si legge ancora nel comunicato. La messa in liquidazione ha come
conseguenze “l’aggravamento della SITUAZIONE ECONOMICA della società”, poi “l’INEVITABILE DISORDINE ORGANIZZATIVO e a seguire la mancanza di governance”, tre fattori che comportano un
“peggioramento del pregiudizio dei diritti dei creditori”. Insomma, una “MACABRA BEFFA”, conclude il cdr: “Essere presi per sfinimento dopo quasi due anni di battaglie legali”, mentre c’è
chi getta via il giornale “come un fazzoletto usato”.