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Il giorno potrebbe essere domani, martedì 3 giugno: c'è tempo infatti solo sino a giovedì 5 giugno (ore 14) per candidarsi alla presidenza del Coni, votazione il 26 giugno al Cpo
dell'Acqua Acetosa. La volata finale. Per ora si sono candidati in sei: LUCA PANCALLI, LUCIANO BUONFIGLIO, GIUSEPPE MACCHIAROLA, medico sportivo, MAURO CHECCOLI, ex olimpionico di
equitazione, CARLO IANNELLI, dirigente ciclistico, ed ETTORE THERMES (ex velista, da verificare se ha i requisiti). Resta FRANCO CARRARO: è pronto, aspetta solo il parere del ministro Abodi
(vedi Spy Calcio del 30 maggio) sulla sua candidabilità. Parere che sarà positivo anche se Carraro è stato presidente del Coni dal 1978 al 1987. Sarebbe stato positivo anche per Gianni
Petrucci, 14 anni al vertice a Palazzo H, se l'attuale n.1 del basket avesse deciso pure lui di scendere in campo. Carraro sa benissimo che troverebbe un altro Coni rispetto a quello
che ha lasciato. Un altro mondo (sportivo). Di Sport e Salute infatti spiega che è il “braccio operativo del governo, è cambiato tutto, prendiamone attivo”. Pragmatico come sempre. Rispetto
a Malagò, Carraro è più mediatore, più politico. Lo aiuta il fatto di essere stato, nella sua inimitabile carriera, ministro dello sport, sindaco di Roma e senatore. Se fosse eletto,
l'ex presidentissimo (di tutto) sarebbe uno strenuo difensore dello sport che ama sin da quando gareggiava con lo sci nautico visto che era nato in una famiglia agiata: “Come dice
Mattarella, magari tutti i settori del Paese andassero come va lo sport...”. Mentre anni fa aveva spiegato comne il “il sistema italiano dello sport sia un modello che funziona in un Paese
che funziona poco”. Sa però che alcune cose vanno cambiate. Nel libro che ha scritto con Emanuela Audisio, “Mai dopo le ventitré”, Carraro si è raccontato, assicurando che “non dico mai
bugie, ma certe volte taccio una verità, che è una cosa diversa”. Decisionista, riformista. Dovesse vincere farebbe a passo spedito, a 85 anni, la scale sino al primo piano. E le farebbe
all'alba, quando sa già tutto e ha già letto tutto. Dirigente ruvido, ma lontano dai compromessi. Non gli piace perder tempo… E sulle tante candidature, Giovanni Malagò spiega: "Mi
sembra un dato di fatto che ci sia un interesse particolarmente significativo, qualcuno direbbe morboso, che forse stride con quelle che sono state delle affermazioni da parte di qualche
dirigente sportivo italiano che sostengono che il Coni non sia ancora una parte centrale non solo del sistema sportivo ma del nostro Paese. Mi sembra fin troppo evidente". E
aggiunge:"Siamo quasi arrivati, numericamente mi sembra che già ci sia stata una crescita importante. Non do giudizi, anche recentemente ho detto che mi sembra ci siano due candidature
che hanno un peso specifico più importante". Riferimento a Pancalli e Buonfiglio. E su Franco Carraro nel ruolo di pacificatiire spiega ancora il presidente uscente: "Non penso che
sia giusto ma neanche sbagliato aggiungere un appellativo a nessuno, tantomeno a una persona con la storia e il curriculum di Franco Carraro. La mia considerazione ci sarà solo quando ci
sarà l'ufficialità della candidatura".