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A Bolzano e Chieti due persone morirono dopo essere state raggiunte dalle scariche elettriche. Amnesty: interrogativi gravi e urgenti sull’uso di questo tipo di strumenti
Il 30enne colpito con il taser che ha avuto un malore ed è morto a Pescara è solo l’ultimo caso: negli anni scorsi, da quando questo strumento è stato adottato dalle forze dell’ordine,
episodi simili si sono già verificati. Introdotta ufficialmente nel 2022, dopo una travagliata fase di sperimentazione, la pistola elettrica viene attualmente usata in diverse città italiane
da polizia, carabinieri, guardia di finanza e in alcuni casi anche dalla polizia locale.
Quasi un anno fa, nel luglio 2024, a Bolzano la procura dispose un'inchiesta per accertare le cause della morte del 42enne Carlo Lattanzio, in Alto Adige, a seguito di un malore, dopo che i
carabinieri avevano usato il taser per fermarlo: l'uomo aveva chiamato il 112 ma, in stato confusionale dovuto presumibilmente all'uso di alcol e stupefacenti, si rifiutò poi di far entrare
i militari in casa sua, dando in escandescenze per poi lanciarsi dalla finestra. Nonostante la violenta caduta si rialzò e tentò di aggredire i carabinieri. A quel punto i militari usarono
il taser per bloccarlo e dopo alcuni minuti il 42enne accusò un malore e morì dopo circa un'ora. Durante i primi esami autoptici non emersero evidenze macroscopiche che potessero far
ricondurre il decesso all'utilizzo della pistola elettrica.
Un anno prima, nell'agosto 2023, Simone Di Gregorio, un 35enne con problemi psichiatrici, morì a San Giovanni Teatino (Chieti) dopo essere stato raggiunto da una scarica di taser utilizzata
dai carabinieri nel tentativo di bloccarlo: il giovane – dopo aver dato in escandescenza – si era diretto verso i binari della ferrovia e per questo i militari avevano tentato di fermarlo.
In una nota, Amnesty International sottolinea che il caso di Pescara “solleva interrogativi gravi e urgenti sull’uso delle armi cosiddette «meno letali»”, il cui impatto “su persone con
patologie cardiache, sotto effetto di farmaci o con disturbi genetici può essere letale, anche perché queste condizioni spesso non si conoscono al momento dell’utilizzo e si scoprono solo
dopo che il colpo è stato sparato”.