Vaccini antifluenzali: poche dosi in farmacia, le scorte alle regioni

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Tutti temono che quando l’influenza inizierà a mandare in confusione i tanti timorosi di aver preso il Covid vedremo l’assalto a pronto soccorso e ambulatori medici, ma quest’anno sarà


caccia al tesoro per trovare in farmacia il vaccino contro i malanni di stagione. Ieri infatti la Conferenza Stato-Regioni ha deciso che ai farmacisti andranno solo 250 mila dosi di


antinfluenzale, molte meno delle 800 mila acquistate dagli italiani gli anni passati, quando non c’era il Covid a confondere medici e pazienti. Uno scenario allarmante anche alla luce del


possibile aumento delle vittime paventato dall’Oms. «Non si dica poi che la colpa è dei farmacisti perché non si sono riforniti», mette le mani avanti Marco Cossolo, presidente di


Federfarma, l’associazione dei titolari di farmacia che la scorsa settimana ha chiesto almeno un milione e mezzo di dosi, offrendosi anche di somministrare direttamente l’antidoto, come si


fa in larga parte dei paesi europei. Il ministro Speranza si è anche detto disposto a venire incontro alla richiesta, ma a puntare i piedi sono state le regioni, riluttanti a intaccare la


loro scorta di 17 milioni di dosi già ordinate per rifornire medici di famiglia e pediatri che, secondo le stime, quest’anno dovrebbero immunizzare circa il 50% in più dei 10 milioni che lo


scorso anno avevano deciso di mettersi al riparo dall’influenza. E che in larga parte sono anziani esenti dal ticket. Questo perché prima dell’estate il ministero della salute ha emanato una


circolare che estende la gratuità del vaccino anche a quei 4 milioni di italiani tra i 60 e i 65 anni, età oltre la quale già prima non si pagava. Inoltre il dicastero ha «fortemente


raccomandato la vaccinazione» ai bambini tra i 6 mesi e i 6 anni di età, al personale sanitario delle Rsa e delle forze dell’ordine, oltre che alle persone affette da malattie croniche gravi


o immunodepresse. Complessivamente mezza Italia, anche se le regioni hanno fatto acquisti per solo 17 milioni di dosi, prevedendo che non tutti seguiranno le raccomandazioni ministeriali.


Tanto più che finora gli italiani non si sono mostrati molto propensi a immunizzarsi contro i virus influenzali, che non saranno pericolosi come il Covid ma i loro ottomila morti l’anno li


fanno comunque. Solo il 16,8% della popolazione si è vaccinata e appena un over 65 su due si è messo al riparo, nonostante il target di sicurezza sarebbe al 75%. Ma se per i pazienti più a


rischio le scorte dovrebbero bastare, a restare senza potrebbero essere tutti gli italiani che il vaccino lo devono comunque pagare e che non rientrano nelle fasce considerate protette dal


ministero.«In questo modo -afferma Cossolo- si finirà per non dare copertura alle persone in età lavorativa e con più contatti sociali, con il rischio di far propagare il virus influenzale


senza che si riesca a distinguerlo dal coronavirus». Per risolvere il rebus si confida ora nell’import dall’estero. Tutto da finanziare. LEGGI Chiudi