Ciak, si gira. Ma senza plastica

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Il cinema può fare tanto per l’ambiente. Con la sua narrazione e con l'impegno delle star, ma anche dando il buon esempio. Per di più, guadagnandoci. "Abbiamo predisposto una vera


e propria ‘cassetta degli attrezzi’ con le soluzioni migliori per ridurre gli impatti ambientali ma anche economici di una produzione cinematografica: Edison Green Movie è la prima linea


guida per la sostenibilità ambientale del cinema in Europa", spiega la società energetica italiana col pallino del cinema sostenibile. L'intervista ALESSANDRO GASSMANN: "IL


COVID CI APRA GLI OCCHI: IMPARIAMO A NON SFRUTTARE IL PIANETA" di Guido Andruetto 27 Novembre 2020 Cassetta degli attrezzi impiegata ad esempio quando è stato girato "Il capitale


umano" di PAOLO VIRZÌ o "Torneranno i prati" di ERMANNO OLMI, "Il nome del figlio" di FRANCESCA ARCHIBUGI o la miniserie tv "Ognuno è perfetto" diretta da


GIACOMO CAMPIOTTI. Il cinema HOLLYWOOD, IL VIALE VERDE DEI DIVI di Fulvia Caprara 21 Novembre 2020 Seduti davanti allo schermo a goderci una pellicola non pensiamo che dietro c’è un


brulicare di attività, ciascuna col suo impatto ambientale. Edison ha calcolato che in media una produzione cinematografica italiana con due mesi di riprese produce più di 19 tonnellate di


CO2. In Italia si stimano quasi 6 mila giorni di riprese ogni anno, che vuol dire oltre mille tonnellate di CO2. Edison Green movie fornisce soluzioni per ottimizzare i consumi energetici e


di materiali o l’uso dei mezzi di trasporto, abbattendo l’impatto ambientale ma anche i costi della produzione. HOLLYWOOD, LE STAR CHE SFILANO SUL TAPPETO VERDE "Si parte ovviamente


prima di andare sul set – spiega GIANLUCA DELLA CAMPA, consulente per Edison Green Movie – perché il protocollo rivoluziona un po’ l’organizzazione di una produzione obbligandola ad una


maggior efficienza". La prima cosa, "la più importante", è l’approvvigionamento energetico. "Generalmente si usano gruppi elettrogeni, che inquinano fino al 73% in più


dell’erogato in rete e fanno un gran rumore. Richiedendo un allaccio temporaneo per la fornitura di energia elettrica, ancora meglio se da fonti rinnovabili, si supera il problema. Se un


gruppo elettrogeno costa mediamente oltre 7 mila euro, con la rete se ne spendono al massimo mille". Hollywood green CINEMA E AMBIENTE, MA QUELLE STELLE SERVONO A POCO di Vittorio


Sabadin 21 Novembre 2020 Il set è un piccolo villaggio: attori, comparse, maestranze, tecnici che vivono attorno alle macchine da presa. "Si cerca di sostituire il catering con cucine


da campo: che, oltre a permettere di cucinare quando serve senza imporre pause che fanno attrito coi lavori, riducono gli sprechi e ottimizzano il ciclo dei rifiuti utilizzando stoviglie


riciclabili o biodegradabili, e alimentano l’economia locale". Bando alle bottigliette di plastica: "Si usano boccioni con dispenser e borracce personali. Nel set de "Il nome


del figlio" di FRANCESCA ARCHIBUGI, le riempivamo direttamente dai nasoni, le fontane di Roma". Per il caffè vanno impiegate cialde compostabili: "Girando "Il ricco il


povero e il maggiordomo" di ALDO GIOVANNI E GIACOMO, abbiamo usato i termos". Gli alberghi che ospitano chi lavora sul set dovrebbero essere preferibilmente certificati ecolabel e


scelti in posizione strategica per ridurre gli spostamenti, che si faranno possibilmente con mezzi elettrici oppure a gas (GPL, metano), se non è possibile usare il trasporto pubblico.


"Quando Edison ha creato le sue linee guida, ha poi deciso di condividerle e metterle a disposizione delle film commission italiane”, ricostruisce LUCA FERRARIO, responsabile area film


commission di Trentino Sviluppo e vicepresidente della Italian Film Commission. “In Trentino abbiamo sviluppato un nostro disciplinare, Green Film, più semplice perché partivamo da zero,


inserendo una premialità per i produttori disposti a certificarsi tramite un ente terzo". Edison Green Movie e Green Film hanno fatto scuola: mentre la film commission Torino Piemonte


ha stretto una partnership con Edison, altre come quella sarda o dell’Alto Adige hanno sviluppato loro iniziative ispirate a quelle esistenti, e di recente Emilia Romagna e Puglia hanno


introdotto premialità per opere sostenibili certificate. "E anche il Mibact – aggiunge Ferrario – dopo lunghe discussioni, nell’ultimo bando per i contributi garantisce punti in più


alle opere che hanno certificato la propria sostenibilità". Green Film è apprezzata anche all’estero: Cine-Regio, network europeo di 50 fondi cinematografici regionali, quando ha deciso


di scegliere un modello per la sostenibilità dei set, tra i tanti presenti in Europa, ha puntato proprio su quello trentino. "La sostenibilità ambientale dei film è importante –


sottolinea infine Ferrario – non solo perché nel settore ci sono ampi margini di miglioramento, ma per il grande potere comunicativo e l’influenza che il cinema può avere su una vastissima


platea di spettatori".